Il teatro come pratica di consapevolezza

Il teatro può essere una pratica di consapevolezza? Nella mia esperienza come formatrice teatrale, la risposta è sì. Vorrei condividere alcune riflessioni su come questa disciplina possa trasformarsi in un percorso di fioritura personale.

Una metafora per comprendere il teatro

Quando mi chiedono informazioni sui miei corsi di teatro, spesso rispondo con una metafora.

Dire “faccio teatro” è come dire “faccio sport”: il nuoto e lo sci sono entrambi sport, ma molto diversi tra loro. Allo stesso modo, il teatro include approcci e scuole molto differenti tra loro.

Per questo preferisco dire che propongo la mia idea di teatro, quello che a me interessa oggi: il teatro come pratica di consapevolezza. Che non è né migliore né peggiore di altri modi, è semplicemente una delle possibilità.

Il punto d'incontro tra arte e terapia

Immaginiamo un segmento con due estremità: da un lato c'è il teatro come forma d’arte e dall’altro il teatro come terapia.


  • Nel teatro come forma d’arte l’attenzione è sull’opera e sul pubblico. Ciò che conta è il risultato, non il processo creativo.
  • Nella teatro-terapia l’importanza invece è data al processo. Il teatro è strumento per elaborare emozioni e vissuti personali, senza focus sull’opera finale.


Nel teatro come pratica di consapevolezza conta sia il processo creativo dell’attore e del gruppo che l’opera che ne deriva. È un equilibrio dinamico dove il teatro diventa possibilità di ascolto e scoperta del corpo e delle emozioni ma anche disciplina che richiede memoria, precisione e dedizione.

La vocazione all'incontro

In questa visione il teatro non è più un'arte o da fare o da guardare, ma un rituale a cui partecipare sia da attori che da spettatori.

Credo che questa prospettiva possa aiutarlo a incarnare di nuovo la vocazione che ha sempre avuto ma che sembra aver perso, cioè quella di luogo d'incontro. Un luogo d'incontro dell'individuo con se stesso e della collettività nelle sue molteplici dimensioni, da quella fisica a quella psichica, finendo con quella politica.


Se il teatro spinge l’attore a confrontarsi con se stesso e l’attore lo ricambia con autenticità e verità, allora il teatro può tornare a essere quel luogo in cui toglierci tutti la maschera. Un luogo cui l'ego viene messo da parte quel tanto che basta per riconoscerci umani. E mai come in questo tempo ne abbiamo bisogno e urgenza.

Chi sono

Ciao, sono Stella.

Sono una counselor a orientamento Gestalt e in questo blog ti parlo di come coltivare la tua fioritura personale.

Lavoro online e in presenza.

Il mio studio si trova a Cornuda, in provincia di Treviso, a pochi chilometri da Asolo e Montebelluna.